In breve: cacce al tesoro a Roma di notte.
L'idea è figlia di un incrocio culturale tra una storica caccia al tesoro locale,
le notti capitoline e l'amore per le scienze, l'arte, la letteratura, la musica, ... insomma, lo scibile in generale.
Ogni Caccia ha uno stile e delle regole specifiche a sé stanti, ma mantiene comunque alcuni "classici" punti fissi:
I partecipanti sono divisi in squadre, ciascuna delle quali è rappresentata da un Capitano.
Alle squadre vengono proposti una serie di indizi aventi come soluzione un posto a Roma.
Per risolvere gli indizi è importante il lavoro di gruppo e si può usare internet.
Durante la soluzione si possono chiedere conferme dei ragionamenti (detti VGR, verde, giall e rosso) al comitato organizzatore.
Gli indizi raramente richiedono conoscenze pregresse e non disponibili facilmente online.
Alla pagina Archivio sono disponibili molti indizi delle cacce passate.
La Caccia si svolge a Roma centro, entro le Mura Aureliane.
La Caccia si svolge a piedi, per una lunghezza di tragitto stimata tra i 5 e i 10 km.
La Caccia, infine, si svolge in notturna, per una durata massima di 12 ore (orientativamente dalle 8 di sera alle 8 di mattina).
Il giorno specifico (quasi certamente un venerdì o un sabato sera) viene stabilito volta per volta a seconda delle disponibilità di organizzatori e partecipanti.
SE SEI INDECISO...
Vorremmo invitarti a riflettere su quanto sia rivoluzionario il fatto che la cultura e
l'intelligenza, oltre a dileguare i loro frattali in potere, cose, denaro e progetti,
generino a volte anche gioia, divertimento e sincero piacere.
Vorremmo invitarti a riflettere sul magico potere posseduto da chi è capace di portare
il proprio intelletto al di fuori delle mura dei propri libri o della propria realtà,
riuscendo a trascendere l’applicabilità dei propri ragionamenti.
Vorremmo invitarti a riflettere sul senso di comunità che si genera tra chi condivide la
messa in comune del genio, senza barriere e senza pregiudizi.
Vorremmo invitarti a essere, per una notte, parte di tutto questo.
”Di me sono state create due immagini. Sono una pazza, una mezza pazza,
un’eccentrica. [...] Ho abitudini dissolute; una comunista raccontava, nel ’45, che
a Rouen da giovane mi aveva vista ballare nuda su delle botti; ho praticato con
assiduità tutti i vizi, la mia vita è un continuo carnevale. [...]
Con i tacchi bassi, i capelli tirati, somiglio ad una patronessa, ad un’istitutrice
(nel senso peggiorativo che la destra dà a questa parola), ad un caposquadra dei
boy-scout. Passo la mia esistenza fra i libri o a tavolino, tutto cervello. [...]
Nulla impedisce di conciliare i due ritratti.”
Simone de Beauvoir